Maria, madre del Carmelo

 

Stemma    

Carmelitani

La Madonna nella vita dei santi carmelitani e grandi figure del Carmelo

Santi

I primi scrittori Carmelitani credevano ed affermavano che l’Ordine era stato  fondato allo scopo di amare e venerare la Madre di Dio.
Una "madre" non lo è mai in astratto: la relazione tra madre e figlio è un legame irripetibile nella vita. Non ce ne è un altro uguale. Neppure diversi figli della stessa madre hanno vincoli uguali nei suoi confronti: ciascuno di loro ha un rapporto unico e personale e così la stessa unica madre ha comportamenti diversi verso ciascun  figlio, comportamenti dettati dal suo amore per loro.
Anche Maria, nostra Madre nella grazia, ha un rapporto diverso con ciascun suo devoto e ciascun suo figlio la ama in maniera diversa. L’esperienza che tanti santi, beati e figure eminenti nella Storia del Carmelo hanno avuto di Maria SS.ma mostra non solo la presenza della Madre celeste e il suo ruolo fondamentale nello spirito carmelitano, ma anche l’amore che il Carmelo ha verso Maria e soprattutto il Carmelo sperimenta l’amore di questa Madre amabile.
Noi tutti figli e figlie della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo vogliamo rimanere sempre aperti al soffio dello Spirito Santo, felici di accogliere nuove forme di amore e devozione mariana, secondo le necessità dei tempi.

Riportiamo alcuni brevi tratti della devozione a Maria e dell’amore di Maria verso alcune figure emblematiche dell’Ordine Carmelitano, quale segno incontestabile della sua presenza nella Storia e Vita del Carmelo e come esso appartenga a tale incontestabile Patrona e Signora.

San Brocardo
Primo Priore del Carmelo 
106-1214 = data della Regola

San BrocardoL’abbreviazione “B.” del prologo della Regola del Carmelo, data da sant’Alberto di Gerusalemme “agli amati figli in cristo B. e agli altri eremiti che vivono sotto la sua obbedienza presso la Fonte (di Elia) sul Monte Carmelo”, è stata identificata nella persona di san Brocardo, venerato come martire. Di lui è stato tramandato un testo del sec. XIV denominato il “Testamento di San Brocardo”. Nella immagine riportata, San Brocardo, primo Priore del Carmelo, tiene la Regola e dalla bocca escono queste parole: “Seguendola non potrete sbagliare”. Come ogni testamento è inclusa una eredità spirituale da accogliere, far propria e tramandare, e fra le cose care del Carmelo vi è pure Maria, la Madre di Gesù: “Figlioli miei, Dio ci ha chiamati per sua bontà nel numero degli eremiti e per un suo dono singolare siamo chiamati Fratelli della beata Maria. Guardatevi perciò di arrogarvi falsamente questo nome dopo la mia morte. Vivete dunque in modo retto sull’esempio di Maria ed Elia. Rimanete costanti nel bene, disprezzate il mondo ed aborrite le ricchezze, i cui miraggi formano il massimo impedimento a conseguire la vita eterna”.

 

 

Il Beato Battista Spagnoli

detto “il Mantovano”  (1447-1516)
Carmelitano
Cantare le lodi della Vergine

Mantovano

Tante volte il beato Battista riservò nei suoi poemi le più alte e belle espressioni alla Vergine Maria. I continui richiami alla dimensione mariana fa vedere meglio di ogni altra considerazione fino a che punto la Famiglia Carmelitana vive un carisma nel quale è compresa necessariamente Maria. Ogni talento – nel nostro caso la vena poetica del beato Battista – era posto al servizio di questo tesoro ed eredità di famiglia: Maria è davvero uno degli elementi costitutivi della nostra Famiglia. “Il Carmelo sogna da tempo di ricevere da te grandi onori e alleva nelle sue grotte beate dei figli che testimoniano a te perpetua castità coi mantelli bianchi e leghino il tuo nome di quel monte in alleanza eterna. Tu, Maria, sei più pura dell’oro, più bianca della neve, più luminosa della stella di Venere. La tua verginità non fu offuscata dalla maternità né il tuo candore oscurato da macchia”.

 

 

 

 

Baldovino Leers (+1483)
Carmelitano      
Le grazie di Maria

Baldovino LeersA Baldovino Leers, sottopriore di Arras, si deve una collezione di favori e grazie attribuite alla Vergine a vantaggio dell’Ordine. Ne riportiamo un racconto ove si narra che un frate di grande grazia e fervente che si sentì ispirato di pregare la Vergine Maria, affinché donasse ai carmelitani presenti in quel convento, un emblema spirituale, come dono: “Non appena terminò la preghiera, vide la Gloriosa vergine che portava in braccio il Figlio,la quale guardava con benevolenza i Frati, procedeva in mezzo al coro, passando fra gli stalli dei frati ed offriva a ciascuno doni spirituali: ad uno diede un pomo rotondo e rosso, simbolo del fervente amore per Dio e per sua Madre. Ad un altro un candido giglio, simbolo della castità interiore; ad un altro un pane rotondo e bianco a forma di ostia, simbolo della fede perfetta e dell’ammirevole devozione per il venerabile sacramento dell’altare. Il frate si congratulò molto con questi frati che aveva visto per la loro grazia e i doni spirituali che avevano ricevuto. Rallegrati spiritualmente cantavano con più fervore lodi e ringraziamenti al nome di Maria. Per tutto il giorno e per molti altri non poterono sentire altro che la presenza di Maria”.

 

 

 

 

Arnoldo Bostio (1445- 1499)

Carmelitano
Il Carmelo è tutto di Maria

Arnoldo BostioGrande influenza e profonda traccia mariana ha lasciato il Bostio nella spiritualità dell’Ordine, tanto da affermare che il Carmelo appartiene a Maria. Specie nella sua opera principale De patronatu et patrocinio B.me Virginis Mariae, il nostro carmelitano insiste sulla consacrazione a Maria, che si deve amare, imitare e invocare e dalla quale ogni cristiano qui in terra dipende, perché ella è mediatrice di grazie: “L’umile frate del Carmelo potrà esultare e cantare con gioia: ecco la Regina del cielo, la sorella mia; potrò agire con fiducia senza nulla temere. Tra mille nemici e nella furia della lotta non temerà il mio cuore, poiché è mia forza, mia liberazione, mia roccia, mia lode Maria sorella-madre mia, nel suo seno troverò asilo e salvezza. Giustamente può così congratularsi chi ha tale degna e santa sorella come Madre e Patrona”.

 

 

 

 

 

 

S. Teresa di Gesù (1515-1582)
Riformatrice del Carmelo, ocd
Maria, vera Priora del Carmelo

Santa Teresa“La vigilia di san Sebastiano del primo anno del mio priorato all’Incarnazione, sul punto di cominciare la Salve Regina, vidi la Madre di Dio scendere dal cielo fra una moltitudine di angeli e collocarsi al posto della Priora, là dove stava la statua della Madonna. La statua mi parve sparire per cedere il posto a questa eccelsa Signora” (Relazioni spirituali, 25). Le parole che Maria rivolge a S. Teresa sono significative: attestano la sua personale presenza durante la Liturgia dell’Ufficio che le Carmelitane elevano a Dio: il ruolo di Maria nell’elemento essenziale della vita carmelitana e religiosa, che è la Liturgia, non avrebbe potuto venire espresso con maggiore forza: “Nostra Signora stette là per tutto il tempo della ‘Salve Regina’ e mi disse: Hai fatto bene a mettermi qui. Io sarò presente alle lodi che s’innalzeranno a mio Figlio e gliele presenterò”.

 

 

 

 

 

 

 

San Giovanni della Croce (1540-1591)
Riformatore del Carmelo, ocd
Maria sulla cima del Carmelo
  

San GiovanniLa missione di San Giovanni della Croce nella Chiesa è quello di essere maestro di vita spirituale, che conduce in una via sicura per la crescita spirituale, fino alla perfetta comunione don Dio. I pochi riferimenti a Maria dicono però tutto: nessuna creatura ha realizzato la piena Unione con Dio come Maria, la Madre di Dio: “Tali erano le opere e le preghiere della gloriosissima Vergine nostra Signora la quale, fin da principio elevata a questo sublime stato, non ebbe impressa nell’anima immagine di creatura alcuna, e da questa in nessun momento fu spinta ad operare, ma agì sempre sotto la mozione dello Spirito Santo”. Quando san Giovanni era afflitto ed infermo nella prigionia di Toledo, ingiustamente accusato, gli apparve la Madonna in tutto il suo fulgore, confortandolo: “Figlio, abbi pazienza. I tuoi guai finiranno presto, lascerai questa prigione, celebrerai la messa e sarai confortato”. Il grande mistico del Carmelo morì appena cominciato il sabato, giorno di Maria, con queste parole di viva fede: “vado a recitare Mattutino con la Vergine Nostra Signora, in Cielo”.

 

 

 

 

S. Maria Maddalena de’ Pazzi (1566-1607)
Monaca Carmelitana
Maria, sole del Carmelo

Santa MariaNel pensiero di S. Maria Maddalena, Maria ha generato il Carmelo ed è un dovere preciso del Carmelo proclamare la grandezza del suo amore e della sua misericordia. La purità di Maria è il motivo favorito della santa fiorentina, purità che non consiste solo nell’osservanza del sesto e nono comandamento ma dal suo cuore puro, irrevocabilmente legato alla Parola di Dio. La purità è la qualità più evidente di Maria perché è quella che la rende maggiormente simile a Dio: “Quanto sei pura e bella, Maria! Col tuo sguardo tu muovi il Verbo, rallegri gli angeli, conforti i peccatori, dai sollievo ai pellegrini…stando in cielo, col tuo sguardo fai sì, per così dire, che Dio non sia Dio, perché vai talmente mitigando la sua ira, che le creature quaggiù si chiedono se Dio è davvero tanto potente e giusto; vedono infatti che la sua misericordia è così grande, ch se uno ritorna a lui, egli l’aspetta sempre…nella bellezza dei tuoi occhi s’è compiaciuto il paradiso”.

 

 

 

Pedro de Padilla (+1600)
Carmelitano
Maria, la donna più disponibile

Pedro PadillaMaria è tutta opera di Dio; ciò che la costituisce la prima di tutte le creature in santità, bontà e bellezza viene tutto dalle mani di Dio. La prima parola che viene in mente a Padilla quando si riferisce a Maria è  “la Vergine”, perché la sua purezza e l’assenza di peccato sono una nuova creazione di Dio: “Lo Spirito Santo medesimo santificò la sua carne consacrata, cosicché quando vi entrò la sua anima, non la macchiò col peccato originale”. Secondo Padilla l’umiltà della vergine merita una speciale attenzione. Durante l’Annunciazione Maria non rimase turbata perché vide un angelo, ma piuttosto “perché vide lodata così altamente; alla persona umile questo dispiace più di quanto disprezzi l’orgoglio del cuore”. 

Venerabile Giovanni di san Sansone, (1571-1636
Carmelitano    
Maria, riflette il volto di Dio     

San SansoneMaria ha il compito singolare di riflettere, per noi poveri mortali, il volto di Dio. Questo concetto è espresso nel nostro mistico così: “Maria è come un altro Te stesso, tanto che penetrando le sue perfezioni penetriamo le Tue. Vediamo la tua bontà nella sua, il tuo amore nel suo, così come vediamo il suo amore e la sua bontà nel tuo amore.” Tanto nelle parole che nelle opere non abbiamo uno specchio di Dio più fedele di Maria.

 

 

 

 

  

 

Giovanni di Gesù Maria (1564-1615) ocd

Maria. Maestra spirituale   

UomoDi questo grande mistico ed educatore carmelitano esistono diverse operette mariane, tra cui la famosa Istruzione dei novizi, un testo sul contegno da tenersi dal novizio carmelitano nei riguardi di Maria nostra patrona del Carmelo: “Dopo il culto del SS. Sacramento, che è un culto di latria, conviene particolare il culto di dulia,  particolarmente verso la beatissima Vergine che per la sua singolare eccellenza di deve onorare con culto di iperdulia…Felici coloro che si danno a Lei! Felici coloro che, nel silenzio del proprio cuore, contemplano con ammirazione la sua suprema bellezza, quel suo incomparabile splendore…perciò i nostri Novizi faranno di tutto per darsi al servizio di questa dolce Regina: vicini a Lei si ricreeranno. Procureranno, come veri suoi figli, di portarsi sempre nel cuore il Suo dolce ricordo; e ogni giorno, al primo svegliarsi, offriranno a Lei, nemmeno che al Suo Figliuolo divino, i loro affetti, i pensieri, le parole e le opere”.

 

 

 

 

 

Cosimo Facelli (+ 1632)     

Carmelitano

Di questo carmelitano, priore del convento di Pisa, si conserva un piccolo trattato ascetico-mariano, la Facella Spirituale nella quale l’autore esprime la sua delicata ammirazione verso la Madonna. La sua devozione intuisce in Maria la dolcezza della redenzione: “Abbi stabile e ferma fiducia nella santissima genitrice di Dio, Maria vergine, offrendole ogni giorno qualche orazione o altra opera buona ad onore di essa Vergine e con questo offri anche te stesso, affinché Ella ti impetri ed ottenga tutto quello che desideri da Gesù Cristo; poiché per amore e per i meriti di Ella, conseguirai il tutto…sant’Anselmo dice ancora: colui che si rivolgerà a Maria Vergine e da lei sarà guardato, è impossibile che perisca”.

 

Beata Maria di Gesù

Monaca ocd
Madre mia e mio unico bene

Maria BeataLa Madonna, nella vita della beata Maria di Gesù, è una persona viva, di un’esistenza “più reale” della nostra qui sulla terra, perché non avrà termine come la nostra, ma ormai dura per sempre. La beata Maria di Gesù in persona raccontò come la Madonna le aveva confermato di esserle Madre. Uno dei tanti esempi della materna presenza di Maria nella sua vita fu, ad esempio, pochi giorni dopo la sua entrata al Carmelo. L’improvviso cambiamento di vita, da una comoda esistenza nel mondo ad uno stile austero, non tardò a fare sentire il suo peso. Dopo una settimana dall’entrata, durante l’ottava dell’Assunta, la beata fu assalita dal dubbio se la decisione presa fosse quella giusta. Le monache, terminata compieta, stavano pregando privatamente nella cappella, quando la giovane vide all’improvviso la Madonna seduta su un trono al posto dell’altare maggiore, circondata da angeli sotto uno sfondo di musica arcana. Maria di Gesù rimase convinta che la Vergine, calmate le sue paure e i suoi dubbi, le avesse promesso i suoi favori.

 

 

Mattia di san Giovanni (1600-1681)
Carmelitano
La devozione dello Scapolare

DevozioneNel pensiero del nostro carmelitano, lo Scapolare del Carmine è una continua sollecitazione a imitare Maria, a rivestirci di lei, a comportarci come lei nell’esercizio delle virtù: è questo l’omaggio più perfetto che le possiamo rendere. Lo Scapolare del Carmelo è segno esterno di un rivestimento interno, cioè l’applicarsi ad esercitare le virtù cristiane. Rivestirsi di Maria è rivestirsi di quelle virtù più care alla Vergine: la fede, l’umiltà, la confidenza in Dio, la pazienza, la mitezza, la purezza del corpo e dell’anima, la modestia. Ma il concetto di “rivestirsi dello Scapolare” si allarga dall’esercizio delle virtù ad un concetto più mistico: rivestirsi della stessa persona di Maria e trasformarsi in lei. E rivestirsi di Maria è rivestirsi di Cristo come dice san Paolo: “Quanti sono battezzati in Cristo, sono rivestiti di Cristo”.

 

 

 

 

 

 

Venerabile Michele di Sant’Agostino (1622-1684)

Carmelitano

Maria, sempre!

Sant AgostinoNella concezione carmelitana il ruolo di Maria non si limita al momento della preghiera formale: deve essere continuamente presente alla nostra mente e al nostro cuore. Maria, quale presenza costante nella vita del Carmelo, è ricorrente negli scritti del venerabile Michele di sant’Agostino: “Se si deve scrivere qualcosa, fin dall’inizio deve apparire Maria; se si deve fare una pittura, bisogna raffigurare Maria; e se bisogna costruire qualcosa, ne deve risplendere Maria. Lavorate, fratelli miei, amate, invocate e cantate Maria; non sia mai lontana dalle vostre labbra né assente dal vostro cuore. Mostrate che per l’abbondanza del cuore parlano le bocche dei carmelitani, scrivono le loro penne, gridano nel loro silenzio le mura dei loro monasteri e delle loro case.  Questo è bene”.

 

 

 

 

 

 

Venerabile Maria Petijt (1623-1677)

Carmelitana
Assorbita in Dio e in Maria

La terziaria carmelitana Maria Petijt così dice: “A volte mi è mostrata ed offerta una vita spirituale in Maria, o il riposo in Maria, un godimento di Maria, un’unione con Maria. Gustando Dio gusto anche Maria, come se fosse una sola cosa con Dio e affatto distinta da lui”. L’ influenza di Maria sulla vita interiore del cristiano e quanto più del carmelitano, lo accompagna in tutti gli stadi della vita spirituale, anche i più alti e questo comporta un avita di fede, vale a dire una vita interiore spoglia di tutto ciò che non è orientato a Dio. “Lo Spirito di Gesù ha posseduto, animato e vivificato l’amabile Madre in modo ineffabile e con maggior perfezione che qualsiasi altra creatura. Abitando in Maria, questo Spirito di Gesù. Mediante questa fedelissima cooperazione, è diventato lo Spirito di Maria…Maria condiscende a formarsi dei figli di predilezione, procura loro il suo spirito, cioè lo Spirito di Gesù, che causa in essi le virtù di questa Madre, la sua indole, il suo modo di agire, le sue inclinazioni. Essi sembrano allora trasformati in Maria e lo spirito di Maria sembra vivere in loro”.

 

S. Teresa Margherita Redi (1747-1770)

Monaca ocd
Nascosta con Maria nel Carmelo

RediLa Madonna per S. Teresa Margherita non fu un ideale astratto, ma una persona viva, amorosa alla quale rivolgersi come all’ “amata Madre” o alla “Mamma”, come attestava suo padre. La santa carmelitana per tutta la vita rimase grata alla Madonna che le salvò la vita quando era bambina, alla scuola di S. Apollonia a Firenze. Mentre portava un braciere acceso, inciampò e cadde per le scale. In cima alle scale c’era una immagine di Maria Addolorata e la bimba la invocò sotto quel titolo. Per tutta la vita si sentì obbligata verso la Madonna per averla salvata da morte certa. Nel Carmelo, ogni volta che veniva ricordato il nome di Maria, ogni volta che passava davanti alla sia immagine, S. Teresa Margherita chinava il capo con gratitudine. Così fu ricordata da testimoni: “Era particolarmente devota al santo nome di Maria e tale nome premetteva a ogni suo scritto. La venerava tutti i giorni con la recita di cinque salmi le cui lettere iniziali formano il nome di Maria”.

 

 

 

Liberata Ferrarons (1803-1842)

Serva di Dio, terziaria carmelitana

FerraronsQuesta nostra terziaria che dovette godere di grazie straordinarie, forse anche mistiche, ma che subì prove e tentazioni tremende, fu di una devozione mariana tradizionale. Visitava ogni giorno la chiesa carmelitana dove la devozione alla Madonna la portò ad altre devozioni a lei care: alla SS. ma Trinità e al SS. mo Sacramento che riceveva ogni giorno. Una volta Liberata vide la beata Vergine che proteggeva la famiglia carmelitana sotto il suo manto. In seguito all’esclaustrazione ordinata dal governo secolari sta spagnolo nel 1845, alcuni carmelitani non portavano l’abito: “In questa occasione la Vergine Maria le apparve mostrando che il suo manto copriva i carmelitani. Alcuni di loro erano senza abito. La cosa le dispiacque e domandò alla beata Madre che fosse permesso loro di portarlo senza pericolo. Le disse scherzosamente ed amabilmente: ‘Non dovreste sentirvi imbarazzata che i vostri figli vadano in giro senza l’abito?’. Tale familiarità tra Liberata e la Madonna sottolineano a quale profondità era giunto nella sua esperienza di vita con la Madre di Dio.

 

 

 

Carmen de Sojo (1856-1872)

Serva di Dio, terziaria carmelitana
Sotto la protezione di Maria

SojoCarmen fu legata al Carmelo sin dalla nascita: festeggiava l’onomastico, che nei paesi latini è più importante del compleanno, il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine. Una espressione del suo amore a Maria, quale terziaria carmelitana, lo possiamo vedere mentre era fidanzata con Jorge, un mese prima di sposarsi con lui: “Cosa c’è di più bello e più grande che dir bene di Maria, nostra madre, nostra speranza, nostro modello, la più grande e bella di tutte le donne? Amico mio, io penso che se tu credi che io abbia delle buone qualità, quanto più devi amare la Vergine Maria, dal momento che sai con sicurezza che possiede tutte le grazie, le virtù e ogni attrattiva, ed è superiore a ogni creatura”. Morì giovane, a 33 anni e suo marito, medico, le era accanto quando morì. Vedendo che si avvicinava la fine per Carmen, esprimendo la propria fede nella protezione e materna carità di Maria, chiese semplicemente a sua moglie: “Hai addosso lo Scapolare?”. Le sue ultime parole furono un semplice: “Sì, ce l’ho!”. Carmen morì su quella nota mariana.

 

 

 

 

Beata Miriam di Gesù Crocifisso (1846 – 1878)

la piccola araba
Monaca ocd

Beata Miriam

L’intimità della beata Miriam con la Madonna si può far risalire alla morte della madre, quando la bambina aveva appena due anni. Adottata dallo zio paterno, il suo amore filiale si riversò verso la Madre di Dio. La vita di questa beata carmelitana è costellata di eventi straordinari. Ne riportiamo uno dei tanti. Un mussulmano di sua conoscenza, irritato ed adirato perché Miriam, giovane ragazza resisteva con energia ai suoi tentativi di convertirla all’Islam, agguantò all’improvviso una scimitarra e la colpì al collo. Per tutta la vita Miriam affermò che era certa di essere morta e di essere stata riportata sulla terra dei vivi per l’assistenza della Vergine santa. Una suora, vissuta per sei anni con Miriam, ricordava l’episodio così come lo raccontava la “piccola araba”: Egli la colpì con la scimitarra alla gola e la lasciò praticamente morta, in un bagno di sangue. Al cader della notte l’avvolse in un lenzuolo e andò a gettarla in una viuzza deserta... riprese i sensi in una grotta dove venne curata per molte settimane e guarita da una religiosa sconosciuta che lei pensava fosse la Madre di Dio”. Dopo la morte della serva di Dio, fu revisionata la lunga cicatrice che congiungeva i due orecchi e i medici accertarono del miracolo: la carmelitana era vissuta per tutta la vita priva di ossa ed organi di quella parte del collo,  necessari per vivere. 

 

S. Raffaele Kalinowski (1835-1907)

Ocd
Il Carmelo, la casa di Maria

KalinowskiEntrare al Carmelo non fu un impulso improvviso. P. Raffaele credeva che furono la provvidenza di Dio e l’iniziativa di Maria a condurlo alla sua vera famiglia. Attestò la Priora del Carmelo di Breslavia: “Amava la nostra beatissima Madre come un figlio ama la sua mamma. Ci ripeteva spesso che dovevamo essere particolarmente grate a Maria per averci accolte nel suo Ordine”. L’amore speciale verso la Madre di Dio fu il movente che portò p. Raffaele a salire il monte santo del Carmelo. Suo motto d vita, che ripeteva sovente era: Maria, sempre e in ogni cosa”. Il confessionale, a cui rimaneva incrollabilmente fedele, fu un luogo dal quale insegnava che Maria è la nostra guida sul sentiero della santità. Anche nella predicazione incitava i suoi ascoltatori alla venerazione della B.V. Maria ed alla preghiera. In una preghiera che recitava spesso, così si esprimeva: “O beatissima Vergine, immacolata Madre, guarda benigna l’angoscia della mia anima,legata a te per sempre. Tu sei per me scudo di protezione contro i dardi del maligno. Calma le tempeste del mio spirito agitato, scolpisci nel mio cuore la passione del tuo Divin Figlio, riempilo di pentimento unicamente per amor suo. Mostrami il cammino di una sincera penitenza e preparami a morire per amor di Dio…conducimi, benché indegno, all’eterno godimento di Dio”.

 

 

 

S. Teresa di Gesù Bambino (1873-1897)

Monaca ocd

Più Madre che Regina

TeresaS. Teresa di Gesù Bambino dà per scontato che l’Ordine Carmelitano è legato a Maria SS.ma e che i carmelitani abbiano sempre avuto Maria per ‘Madre’ teresa ne è stata sempre convinta: “La santa Vergine è davvero nostra Madre perché i nostri monasteriale sono particolarmente  dedicati”. Teresa attesta che fu soprattutto Maria ad attirarla al Carmelo: “Amo credere che sia per questa ragione che Maria ha voluto farmi diventare più perfettamente sua figlia, facendomi la grazia di condurmi al Carmelo”. Nella sua famosa affermazione “Maria è più Madre che Regina”, Teresa rivela il suo fremo ancoraggio alla visione mariana originale del Carmelo. Sin da bambina lei ha conosciuto la tenerezza della Vergine che le sorrise nella sua malattia: il sorriso della Vergine la guarì. Al termine della sua vita al Carmelo si rivolge alla Madre Santa: “E presto ascolterò quella dolce armonia, tra poco verrò a vederti in cielo! Tu che mi sorridesti nella mattino della vita, vieni a sorridermi ancora… Madre si fa sera!”.

 

Beata Elisabetta della Trinità (1880-1906)

Monaca ocd
Maria, Patrona dei Contemplativi

ElisabettaQuel che sorprende in questa monaca contemplativa, è la devozione semplicissima che aveva per la Madonna. Come molte grande anime, non si vergognava di far uso di statue, immagini e novene in onore della Vergine e non solo da bambina ma fino all’ultimo giorno di vita a 26 anni. Già a 14 anni questa anima contemplativa così: “Triste mondo seduttore allo spirito fatale inganno. Da Gesù e da Maria preferisco essere amata e a te dire per sempre: addio, lasciami sola col mio Signore”. Al Carmelo la Madonna, quale madre e patrona, è intimamente legata alla vita di preghiera e di raccoglimento, cuore del carisma carmelitano: “Ami il silenzio, l’orazione che è l’essenza della vita del Carmelo, chieda alla Regina del Carmelo, nostra Madre, che le insegni ad adorare Gesù in raccoglimenti profondi”. Per la beata Elisabetta al Carmelo poteva vivere la vita di Maria, specialmente con la sua vita nascosta di solitudine, di adorazione di Gesù Cristo, del Padre e dello Spirito in lei. Lo stile di vita della Madonna, l’imitazione di Maria era un esempio insuperabile e modo più sicuro per vivere la sua vocazione di lode di gloria di Dio: Amare è imitare Maria esaltando di Dio la grandezza, come quando lei rapita levava il suo canto al Signore. Il tuo centro, vergine fedele, era l’annientamento perché, Gesù splendore eterno, si nasconde nel nostro nulla. Nessuno come l’umile magnifica il Signore”.

 

 

Beato Tito Brandsma (1881-1942)
Carmelitano
Maria e noi, Portatori di Dio

BrandsmaNel pensiero e nella vita del beato Tito, esimio professore di storia della mistica presso l’Università cattolica di Nimega, il Carmelo non può esistere senza Maria, per cui “l’Ordine è talmente mariano non solo nel nome ma anche nelle sue opere: se non fosse mariano non sarebbe carmelitano”.  Maria accompagna sempre il carmelitano nella sua vita di ascensione verso Dio: “Nella nostra sterilità e aridità, Maria è la nube provvidenziale che ci porta la redenzione. Prestiamole il nostro ossequio. Confidiamo in lei. Mediante la sua intercessione siamo sicuri della grazia di Dio. Lei, la piccola nuvola, si riversa su di noi in pioggia abbondante”. Ma la consacrazione a Maria del Carmelo non svolge solo un aspetto di protezione, bensì l’appartenenza del Carmelo a Maria comporta soprattutto tre fattori dinamici: 1. imitazione di Maria  2. unione con Maria,  3. somiglianza con Maria. Questo breve percorso schematico porta i carmelitani ad essere altre Maria: “Noi dobbiamo cercare di somigliare a Maria, soprattutto perché riconosciamo la sua perfezione come la più alta che una creatura per grazia di Dio ha mai potuto raggiungere…la nostra devozione a Maria deve tendere a fare di noi quasi delle altre ‘Madri di Dio’, di modo che Dio sia concepito anche in noi e generato da noi”.

 

 

S. Teresa Benedetta della Croce (1891-1942)

Monaca ocd
Maria  e la donna

STeresaS. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), martire carmelitana e proclamata quale una delle tre Patrone d’Europa, è stata una donna di singolare intelligenza e cultura, lasciando una vasta produzione filosofica-teologica nella quale sono compresi anche alcuni trattati sul rapporto Maria e la donna: “Ogni donna sia una copia della Madre di Dio, sia una sposa di Cristo, sai un apostolo del Cuore divino; allora tutte corrisponderanno appieno alla loro vocazione femminile, indipendentemente dalle circostanze e dall’attività esteriore in cui hanno da realizzare il grande compito della loro vita”. Ma ancor più per vocazione di chiamata al Carmelo, la santa pone il giusto rapporto tra Maria e la carmelitana: “Così preghiamo nella festa della Regina del Carmelo: ‘Mi ha rivestita delle vesti di salvezza, mi ha avvolta con il manto della giustizia’. La Madre del Signore è mediatrice di tutte le grazie, perciò chiunque è stato sollevato, grazie all’Amore misericordioso, dall’abisso della sua miseria, riceve dalla mano di lei la veste della salvezza, cioè la grazia santificante e diventa figlio di Dio…la veste della salvezza viene chiamata anche ‘veste di giustizia’ che ci impegna a tendere con tutte le forze verso la perfezione.

 

 

Venerabile p. Bartolomeo Xiberta (1897-1967)

Carmelitano
Il Carmelo è mariano per natura

XibertaGenerazioni e generazioni di studenti del CISA a Roma ebbero quale professore di teologia dogmatica il p. Bartolomeo Xiberta, teologo rigorosamente scientifico, partecipe, in veste di eminente teologo, del Concilio Vaticano II tanto che Karl Rahner sj regalò personalmente a lui una copia autografa del suo volume Saggi teologici, quale omaggio a questo pioniere del concetto di dimensione ecclesiale del sacramento della penitenza. Eppure una mente arricchita di tali doni di eccelsa sapienza ed intelligenza, era la prima ad inchinarsi umilmente nella preghiera: tutti lo ricordano come fosse il primo in cappella, la mattina, in ginocchio o in piedi davanti alla statua della Madonna del Carmelo, spesso contando con le dita le Ave Maria del S. Rosario, parlando sempre con Colei che era così vicina al suo cuore. Un teologo di fama mondiale, quando parlava della “Nostra beata Madre” usava i toni pacati di chi prova timore e riverenza verso qualcuno che si ama e da cui si è riamati. La base della devozione mariana in p. Xiberta stava in una semplice verità: Maria ci porta a Dio: “Non c’è niente in Maria che ci tiene a distanza da Dio. Poiché essa rimane radicata in Dio, quando lodiamo Maria lodiamo pienamente anche Dio”. La vocazione contemplativa del Carmelo è intrinsecamente legata alla devozione a Maria. Colei che medita gli eventi di Cristo è il modello di ogni carmelitano. Maria ha guardato il Carmelo e il suo sguardo è un anticipo di ogni grazia: “Perché esitare?Dove la Vergine Maria posa lo sguardo, abbondano le grazie celesti”.

 

Madre Agnese del Cuore Immacolato di Maria (1914-1999)

Monaca Carmelitana
Maria, Madre dolcissima

Agnese

La Madre Agnese possedeva un amore alla Vergine Maria in maniera non devozionale ma sperimentale. Confidava alle consorelle e suoi intimi, che durante la sua vita, nei momenti più difficili, avvertiva la presenza materna della Madonna. Questa fiducia nella Madre di Dio lei non solo la sperimentava ma la comunicava nel suo comportamento, semplice e gioioso: “Guarda alla Vergine, Madre di Cristo, della Chiesa e del Carmelo e, come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, attingi da Lei, la donna del consenso totale, la piena rispondenza al grazia di ogni momento”. Le feste di Maria erano anche le sue feste e faceva trasparire la gioia di tanta beatitudine. Nei suoi lunghi anni di Priorato emanava una maternità spirituale, che la portava a guidare amorevolmente, sia la numerosa Comunità, che sacerdoti e laici che accorrevano da lei per un consiglio e preghiera. Si narra nella sua vita di carmelitana, che un giorno tre giovani si presentarono alla grata del Carmelo per un colloquio. Ispirata dallo Spirito Santo, la Madre Agnese indicò per ciascuno la sua futura vocazione: un sacerdote diocesano, un sacerdote domenicano e un sacerdote trappista. Tutto avvenne come lei, nello sguardo di Maria Ss.ma, aveva loro comunicato.

 

 

 

Madre Giuseppina dello Spirito Santo (1922-2005)

Monaca Carmelitana
Maria, la Vergine Purissima

GiuseppinaLa devozione alla Madonna della Madre Giuseppina l’ha accompagnata per tutta la vita; nel collegio delle suore di S. Giovanna Antida Thouret a Teramo ricevette una spiccata devozione all’ Immacolata Concezione e da carmelitana, nei suoi uffici di Priora o Maestra delle novizie, infondeva l’amore alla Vergine Maria, con il suo esempio e parola, spesso stringendo la corona del S. Rosario. Madre spirituale di monache e laici ha infuso nei cuori il vero spirito del Carmelo, che è spirito mariano. Una devozione particolare fu il giorno del sabato che per lei era il vero giorno di Maria SS.ma, specie il sabato santo: sempre diceva che quello era il giorno della Madonna: in tal giorno Gesù è morto nella tomba, i discepoli dispersi. Dove è la Chiesa? Maria è l’unica credente, colei che crede che Gesù risorgerà, colei che congiunge la Chiesa dispersa con quella radunata dal Risorto. Ed ogni sabato lei celebrava la fede di Maria. Questo culto del sabato è stato premiato poiché Dio chiamò la Madre Giuseppina nel Suo Regno in giorno di sabato: “Nella nostra Tradizione Carmelitana il sabato è dire Maria, perché è tutto in riferimento alla Madre SS.ma. Tutti i Santi del Carmelo hanno sentito o praticato questo culto ed oltre le feste della Madonna, il sabato era appunto un momento propizio per esternare alla dolce Madre tutto il filiale affetto. Anche noi, seguaci di queste colonne del Carmelo, riflettiamo su quanto dice il ven. Michele di sant’Agostino: accostati a questa madre come a maestra esperta, consultala come vergine prudente, prepara e festeggia le sue ricorrenze con particolare amore e devozione: constaterai che ella è Madre del bell’Amore e della santa Speranza”.

 

P. John Malley (1930-2012)

Carmelitano
Maria, nostra sorella

MalleyPriore generale dal 1983 al 1995, p. John ha avuto il merito di promuovere in tutto l’Ordine presente nei cinque continenti, il concetto di ‘Famiglia’ per cui il Carmelo è divenuto “La Famiglia Carmelitana”. Per operare ciò ha fatto molto leva della nota mariana presente nel nostro carisma contemplativo: “Noi carmelitani abbiamo da sempre valorizzato la nostra eredità mariana. Siamo convinti che sin dalla nascita dell’Ordine, Maria ha protetto la nostra ‘Famiglia’  con speciale cura materna. Il Carmelo e Maria, - Maria e il Carmelo: queste due parole sono in relazione le une alle altre. Per la nostra Famiglia Carmelitana queste parole non possono essere separate e costituiscono una sola realtà”. Al II° Congresso Carmelitano, che si tenne a Sassone nel 1989, p. John precisò tre linee fondamentali del suo pensiero e del suo spirito che emanava amore al Carmelo e a Maria: 1. Il Carmelo nasce con Maria;  2. il Carmelo cammina nella storia con Maria;  3. il Carmelo ‘tende’ a Maria come a suo modello per vivere l’ossequio di Gesù Cristo.

 

P. Kilian Lynch

Carmelitano
La Regina dei profeti

SantoSeguendo una venerabile tradizione, recentemente attualizzata, p. Lynch sosteneva che il Carmelo, per essere autentico, deve essere profetico, partendo dal presupposto del fondatore ideale, il profeta Elia. Ogni carmelitano, nel suo grande ispiratore Elia, deve svolgere questo ruolo di portavoce di Dio. Ricordando che Maria nelle litanie è salutata come Regina dei Profeti, Maria profeta è modello di ogni anima carmelitana nel versante di  “custode della Parola di Dio”. P. Kiliano collega dunque la vocazione profetica del Carmelo alla sua dimensione mariana: “Per il profeta del Carmelo la Parola di Dio non era soltanto qualcosa su cui riflettere nel silenzio e nella solitudine, ma una fiaccola per bruciare il male che è nel cuore dell’uomo. E per Maria, umile ancella, fu l’ordine di alzarsi e servire: significò azione. Lo sfondo contemplativo dell’ordine ci spinge a meditare la Parola di Dio nel nostro cuore e a proclamarla in ogni momento con la parola e con l’esempio. Il cibo sostanzioso della Parola ci deve trasformare in uomini e donne per gli altri, renderci ‘luce’ dove c’è tenebra e lievito nella massa di oggi”.