Santa Maria Maddalena de' Pazzi

Carmelo

Madonna Commentata dai detti di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, carmelitana con la precedente numerazione dei capitoli previa a quella attuale adottata da entrambi rami O.Carm e O.C.D.

PROLOGO
La sequela di Cristo

“Sforzatevi nelle vostre azioni di imitare Gesù, vostro sposo, affezionandovi alle sue virtù, umiltà e mansuetudine”.
“Fate sì che tutti i vostri pensieri, parole ed azioni siano ad imitazione del Verbo umanato”.
“Uno dei motivi per cui Dio vi ha chiamate alla Religione è quello di aiutare la santa Chiesa e lavorare alla conversione dei peccatori”.

Capitolo 1
L’obbedienza al Priore insieme ai vincoli sacri

“Gesù ama tanto l’obbedienza che mediante essa si unisce all’anima (obbediente). Come il cibo si unisce alla creatura e la creatura al cibo, così l’anima obbediente si unisce a Dio e Dio a lei”.
“La purità d’intenzione ha la virtù di santificare le nostre opere: a peso di purità ci vuole premiare Dio nell’altre vita”.
“Accontentatevi sempre di quel che vi dona la povertà religiosa: Dio onora tanto religiosi che la loro parte vuole essere Lui stesso”.

Capitolo 2
Si stabiliscono i luoghi di abitazione nella solitudine a parere del Priore e dei fratelli

“Se fisserete nel vostro cuore una viva fede che i superiori siano in luogo di Dio e che quanto e dicono sia detto ed ordinato da Dio per bocca loro, fare gran frutto nella religione e grande acquisto nelle sante virtù”.
“Alla presenza dei superiori siate con rispetto, umiltà e gioia, pensando che essi rappresentano la persona di Dio stesso”.

Capitolo 3
Assegnazione delle celle dei fratelli

“Non lasciate entrare nel vostro cuore cosa che non possa stare davanti a quell’alta Purità che è Dio”.
“Dio solo vi basti, non vi preoccupate più dei parenti ne di qualunque altra cosa terrena; vi assicuro che troverete in Dio ogni vero bene e sarete appagata in ogni vostro desiderio”.
“Non passi un momento che non sappiate dove stia il vostro cuore”.

Capitolo 4
La mensa comune

“Nel prendere cibo rinunciate a qualche cosa che non vi sia di danno”.
“Non prendete mai cibo per piacere ma per necessità di sussistenza, con dolore di voi stessa per dar da mangiare al vostro nemico corpo che sempre ricalcitra contro di voi”.
“Non vi angustiate quando vi osno dati cibi di non vostro gradimento, ma ricordatevi che professate povertà e i poveri si accontentano bene di trovare un tozzo di pane pur secco e avanzato”.

Capitolo 5
Fedeltà attraverso la stabilità

“Non potrete mai acquistare una vera fermezza e stabilità nel bene se non mediante il patire e mediante le cose che saranno contro la vostra volontà”.
“Non è vera virtù quella che non ha il suo contrario di una vera prova, quale è la tentazione e la tribolazione che viene da Dio o dalle creature o dallo stesso demonio. E se non c’è questa prova, le virtù non saranno vere ma finte”.
“Badate di più a quello che Dio vi chiede che a quello che sentite in voi”.

Capitolo 6
Fare tutto secondo il volere del Priore

“Dovete considerare l’obbedienza quale vostra madre; come i lattanti non si cibano altro che del latte della propria madre, così voi non dovreste ma cibarvi altro se non di fare la volontà dei superiori, per mezzo dei quali ci è dimostrato il Volere di Dio.
E così come i bambini, se ricevono qualche disgusto subito corrono nelle braccia della loro mamma, così vedendovi richiesta qualcosa contro la vostra volontà, pensate che quella è Volontà di Dio e ivi troverete pace, perché tutto vi diventerà dolce e facile, ricorrendo nel pensiero alla Divina Volontà”.
“Pensate che non obbedite ad una misera creatura, ma allo stesso Dio; e poiché non meritiamo che Dio stesso ci manifesti la sua Volontà, ci ha dato questa mediazione della creatura alla quale obbediamo in persona sua”.

Capitolo 7
Meditazione e vigilare nella preghiera

“L’orazione è una via per giungere alla perfezione, perché nell’orazione Dio insegna all’anima e per mezzo di quella l’anima si stacca dalle cose create e di unisce a Dio”.
“Andate a Dio con umiltà, non confidando in voi stessa ma con grande confidenza in Dio, ritenendovi povera, misera e puro nulla”.
“La meditazione della passione di Gesù nutre l’anima e la inebria dell’Amore divino; ma bisogna accostarsi a Gesù e meditarla con purità di cuore, svuotate di noi e del nostro amor proprio se vogliamo cavare questo dolce nutrimento e divina ebbrezza, proprio come il vino che nutre e inebria purché sia puro e non mescolato con molta acqua”.
“Pensate che Dio ode volentieri gli umili e i puri di cuore e ne esaudisce secondo la nostra fede”.

Capitolo 8
La celebrazione della lode

“Abbiate particolare cura di recitare bene il Divino Ufficio ed abituarvi a stare in Coro con riverenza e devozione perché questo è uno dei maggiori obblighi che avete e in questo (Ufficio) particolarmente si riconosce e adora la Divina Maestà".
“L’esercizio di lodare Dio nel Coro è tanto degno che gli stessi beati Spiriti, tanto puri, a pena con timore e tremore ardiscono di esercitarlo. Ora, con quanta maggiore riverenza dobbiamo stare noi al divino cospetto, che siamo creature tanto indegne di presentarsi alla divina presenza”.
“Pensate che lodate Dio con gli Angeli, che state alla presenza della SS. ma Trinità, che siete indegna di starvi e che ad ogni parola dovreste prostrarvi in terra per riverenza”.

Capitolo 9
Comunione di beni e povertà

“La povertà è la sposa di Gesù e questa dovrebbe essere per voi la vostra madre”.
“Accontentatevi sempre di quello che dà la povertà della vita religiosa. Non temete l’austerità della Religione e non affannatevi troppo del vostro corpo, ma abbiate confidenza in Dio”.
Abbiate caro che vi manchino le necessità che averne cosa in più, perché non si vive il voto di povertà con il possedere più di ciò di cui si ha bisogno”.

Capitolo 10
Luogo di preghiera ed Eucarestia quotidiana

“Quando andate a ricevere l’Eucaristia, pensate che state facendo la maggiore e più degna azione che possiate compiere, che è ricevere il Signore Dio in voi”.
“Se voi comprendeste che mentre durano in voi quelle sacre specie sacramentali avete dentro di voi la Ss.ma Trinità, non andreste alla Comunione a caso o di lasciare di comunicarvi privandovi di così gran bene”.
“Ricordatevi che Dio è carità e per amore si vuole comunicare alle anime per mezzo di questo cibo d’amore: una sola comunione è capace di far santa un’anima”.

Capitolo 11
Dialogo e correzione fraterna

“Amate più la carità che voi medesima. A volte amare il prossimo significa compatirlo, ma con sapienza cioè non avere compassione che sia troppa; poiché dove si vede l’offesa a Dio allora bisogna lasciare ogni compassione che non è secondo la carità, ma dire le cose con veracità e schiettezza come le si intendono”.
“Non dite del vostro prossimo alcuna cosa in sua assenza che non lo diceste in sua presenza”.
“Siate comunicative perché se non fate frutto voi delle grazie che Dio vi fa, con il comunicarle alle altre, può accadere che siano le altre a produrre frutto ed arricchirsi (delle grazie di Dio)”.

Capitoli 12 e 13
Digiuno ed astinenza

“Il cuore della religiosa deve sempre portare la croce della rinuncia di fare la propria volontà; se siete venute alla religione per avere sempre consolazioni, vi troverete piene di inganni”.
“Non potete vivere in Dio se ogni giorno non rinunciate a voi stesse e vi astenete dai vostri comodi”.
“Attendete a rinunciare a voi stessa con una continua privazione e digiuno (del proprio orgoglio) e vedrete che Dio di concentrerà nel vostro cuore più di ogni altro esercizio di orazione e di contemplazione”.

Capitolo 14
Il combattimento spirituale

“Fondatevi sull’umiltà e nel disprezzo di voi stessa: abbiate sempre una conoscenza interiore dei vostri difetti e del poco frutto che fare del bene che Dio vi ha donato, pensando che se Dio l’avesse dato ad altri ne avrebbero fatto più frutti e ne sarebbero più grati”.
“Ricordatevi che come consacrate a Dio non vi dovete curarvi di altro che di Dio e di piacere solo a Lui”.
“Considerate e stimate i voti della Religione come cosa divina e come tesori e prezzo del Paradiso”.

Capitolo 15
Il lavoro
“Nelle azioni che fate abbiate un grande affetto di dare gloria a Dio“.
“Siate gioiosa di ogni lavoro che vi saranno assegnati, anche se vi dicessero: “Suor N…il tuo lavoro sarà quello di guardare le mura di questo convento, accogliete questo lavoro con pace e letizia di cuore nel compiere l’obbedienza”.
“Ingegnatevi a lavorare come se foste all’ultima ora della vostra vita: Gioite poiché il vostro Sposo sarà giusto retribuitore e vi darà una grande premio per tutto quello che per lui farete o soffrirete, pur se fosse una minima cosa”.

Capitolo 16
Il silenzio

“Se non gusterete il dolce silenzio, è impossibile che possiate gustare le cose di Dio, anzi vivrete molto afflitta e inquieta poiché dal non saper moderare la lingua nascono molti mali che portano molta inquietudine”.
“Guardatevi dalle parole oziose che sono quelle che non sono a Gloria di Dio, salute ed utilità al prossimo e (di bene) a sé medesimi”.
“Siate rette e veraci in tutte le vostre parole e quando avete da parlare tenete presenti queste tre considerazioni: 1) se parlate per la pura gloria ed onore di Dio 2) se è per il bene e la pace de prossimo 3) se c’è vera necessità.

Capitolo 17
Il Priore umile servitore

“Osservate la vostra Regola che è la via retta”.
“Amate tutte le sorelle che questo è precetto di Gesù; e tanto sia in voi questo amore che quando le incontrate, giubilate di gioia indicibile come fosse la prima volta che le vedeste”.
“Amate più la carità che voi medesima”.

Capitolo 18
L’obbedienza verso il Priore

“Stimate più la sottomissione e l’obbedienza regolare che l’alta contemplazione, poiché tutti gli Ordini e regole della Religione sono ordinate dallo Spirito Santo ed esercitandovi in quelle siate certe di fare la Volontà di Dio”.
“Abbiate molta fiducia nell’obbedienza poiché con questa si fanno grandi cose e ponete speranza che mediante l’obbedienza riceverete molte grazie da Dio”.
“Nell’obbedienza siate gioiose, umili, allegre, semplici pensando che è la voce di Dio che vi parla per quella della Priora”.
“Quanto più sarete obbedienti, tanto più avrete pace”.

EPILOGO
Fedeltà generosa e discernimento

“La Religione è il luogo sacro e rappresenta il collegio apostolico, è un paradiso in terra, orto di delizie, giardino di Dio e pupilla dei suoi occhi”.
“Lo stato religioso è una chiamata a servire Dio ed imitare il Verbo umanato mediante l’osservanza dei tre voti e questo non lo possono fare gli stessi Angeli del paradiso”.
“Amate questa vostra Madre (la Religione) che vi ha fatto nascere a Dio e questo la farete quando obbedirete ed osserverete ciò che vi ordina al Regola, le Costituzioni e terrete conto di ogni cosa seppur minima”.
“Tutte le cose che la vita religiosa chiama a fare, seppur una piccole, sono scalini che vi conducono più facilmente a Dio”.