La Regola del Carmelo esorta caldamente al lavoro: “Dovete fare qualche lavoro, così che il diavolo vi trovi costantemente occupati, e non avvenga che, a motivo dell’oziosità vostra, egli possa insinuarsi nelle vostre anime”. Il lavoro è il dovere dell’uomo dato da Dio. Dopo caduta di Adamo il lavoro fu la giusta punizione all’uomo ribelle: “Maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane". (Gen 3,17-19)".
Gesù Cristo ha riscattato tutto l’uomo togliendo la maledizione anche al lavoro, e donandogli un senso di elevazione e nobiltà. Gesù stesso fu un lavoratore santificando tale fatica umana, che tale rimarrà per ogni cosa. San Giuseppe, il padre putativo di Gesù Cristo, faceva il falegname guadagnando per sé e la propria famiglia, la sussistenza quotidiana con il proprio mestiere. Pensiamo a San Giuseppe, umile e silenzioso lavoratore che compie il suo dovere con sacrificio e insegna al Divino Fanciullo le arti del suo mestiere.
Con Gesù Cristo l’uomo non è più incatenato alla terra, non è più schiavo del lavoro, un faticare senza scopo: una alienazione. Il lavoro non è tolto ma riscattato, divenendo mezzo nobile di un fine nobile. Se nei Vangeli si dice che Gesù “ha fatto bene ogni cosa” è incluso che ha fatto pur bene il suo lavoro nella bottega di Nazareth. Il lavoro nel piano divino diviene grazia e benedizione per l’uomo e lo eleva alla santità. Il lavoro era già nel piano divino prima della caduta dell’uomo, in quanto Dio aveva dato all’uomo il dovere di custodire il ‘giardino’: l’uomo cioè era stato innalzato da Dio a custode della creazione intera. Dunque Dio non solo donava all’uomo di “contemplare” la Sua creazione, ma anche di “coltivarla e custodirla”.
Gesù Cristo, figlio di Giuseppe il falegname, ha restituito al lavoro la bellezza della creatività, una elevatissima dignità, senza abolirne però la fatica dello svolgimento. C’è dunque una virtù santificatrice nel lavoro e lavorando l’uomo eleva sé stesso, acquista sempre più la dignità originale, modifica l’ambiente e il mondo circostante in maniera positiva. Santificarsi nel lavoro e santificare gli altri nel lavoro: attraverso le proprie azioni positive e creative, operando come operava Gesù, chi lavora offre a Dio il suo contributo, in virtù del sacerdozio comune insito nel sacramento del Battesimo.
Ricordiamoci sempre che nel lavoro onesto:
Orto e giardinaggio
I frutti del nostro orto e dei nostri alberi
Pubblicazioni e realizzazioni per le attività del Monastero.