Suor Maria Agnese

Suor Maria Agnese dell’Immacolata, al secolo Matilde Martella, nacque a Camerino (Macerata) il 10 febbraio 1922 da Costantino Martella e Rosa Paganelli, in un casolare di campagna nel territorio, ora scomparso, della parrocchia di Mergnano. Il padre, insieme ai due fratelli più grandi di lui, da braccianti erano passati a coltivare un terreno a mezzadria e nel 1928 si trasferirono in altro terreno alle porte di Camerino, dove Matilde, secondogenita di quattro figli, visse l’infanzia e l’adolescenza. L’ambiente ove crebbe era un ambiente sereno, unito e dedito al lavoro: una famiglia che arrivava a 20 persone che vivevano in mutua concordia. Frequentò le scuole elementari e per la vita religiosa si rivolgeva alla Chiesa di san Venanzio, ove si conservano le spoglie del primo martire cristiano camerte. Qui germogliò la sua vocazione e si sviluppò grazie alla guida spirituale del sacerdote don Mosè Malpiedi, attivo e zelante parroco ma anche confessore del Monastero delle Carmelitane che, all’epoca, si trovava presso la Chiesa di Santa Caterina. Tutto il parentado ricorda la giovane Matilde quale anima mite, discreta, sempre pronta ad aiutare: tutti le volevano bene. Quando annunciò che entrava al Carmelo aveva 18 anni: una bella ragazza guardata con interesse. Ma nel suo cuore deve aver rimarcato la preghiera che san Gregorio Magno mette in bocca alla martire cristiana sant’Agnese di Roma che, davanti alle offerte del giovane patrizio romano, preferì rimanere fedele a Cristo Signore: È un’offesa allo Sposo attendere un amante. Mi avrà  chi mi ha scelta per primo. E della martire Sant’Agnese ne prese non solo il nome da  religiosa ma anche un modello di vita imperniato ad una purezza e dedizione alla clausura del cuore e dello spirito. Emise la professione semplice il 22 ottobre 1942 e tre anni dopo la professione solenne il 22 ottobre 1945.

Due date fondamentali nella sua vita di carmelitana: il passaggio dal vecchio monastero a quello nuovo e attuale il 15 ottobre 1966. Fino a quell’epoca rivestì uffici di economa, vice-maestra, sacrestana e dispensiera. Nel 1973 fu eletta Priora diverse volte e fu molto apprezzata sia nella Comunità come nell’Ordine e nella Diocesi per i suoi doni di affabilità, di serenità e prudenza. Sovente manifestava con gioia profonda e serena la contentezza di appartenere all’Ordine della Madonna del Carmelo. Una donna forte interiormente che manifestava bontà e parole buone con tutti. Lavoratrice assidua di uncinetto, dalle sue mani uscivano lavori d’arte: memorabile una grande coperta eseguita con piena assiduità e competenza. Fu l’ultimo lavoro prima che il male di Alzeimer iniziasse lentamente a distruggere i suoi ricordi, la sua capacità di ragionare ed esprimersi. “Portami da mamma, dalla mammina mia” negli ultimi tempi era un continuo ritornello. Sabato 16 maggio le esequie presiedute del nostro Arcivescovo: per noi carmelitani il sabato è giorno di Maria di colei che, secondo la promessa della Tradizione dello Scapolare, raccoglie le anime del Carmelo che sostano nel Purgatorio e le porta in Paradiso.